Villa Bertelli - Forte dei Marmi, la magia di Ciulla

Villa Bertelli - Forte dei Marmi, la magia di Ciulla
10 Lug 2015

Le sue sculture sono pieni di echi antichi, la dea Cerere, il grano, i templi e poi all’improvviso gli animali, un coccodrillo, una scimmia, una civetta, un asino che è poi l’asino delle Metamorfosi di Apuleio. Girolamo Ciulla, scultore siciliano che da anni vive e lavora a Pietrasanta ha fatto incontrare nelle sue opere più mondi, quello contadino siciliano e quello dei miti classici della Magna Grecia, suggestioni antiche mescolate al contemporaneo. Villa Bertelli a Forte dei Marmi ospita fino al 4 settembre la mostra dal titolo: “Metamorfosi e magia” (ingresso libero, tutti i giorni dalle ore 17 alle 23). L’artista affronta in una trentina di opere esposte, dalle sculture ai grandi acquerelli, il tema della trasformazione come processo di crescita e anche di inquietudine. La trasformazione è un cambiamento che non sempre riusciamo a controllare del tutto. “L’interpretazione di Ciulla – spiega Alessandra Belluomini Pucci, curatrice della mostra – segue un processo originale che lavora la materia trasformandola in opere di potente suggestione: figure a tutto tondo, bassorilievi, disegni, riconsegnano la forza della natura e la vitalità della figura umana attraverso la tecnica personale che prima decompone la forma per poi restituire l’immagine”.

Ciulla, come mai ha scelto come elemento centrale di questa mostra le Metamorfosi?
“Mi ha colpito lo scritto di Apuleio, mi è sembrato senza tempo. Ho pensato ai corpi che si trasformano e più in generale ai grandi cambiamenti che stanno cambiando le nostre vite e le nostre abitudini, così è nato il progetto di Metamorfosi e magia”. Gli animali che compaiono nelle opere di Ciulla sono apparizioni: “Sono soltanto animali che mi piacciono. Il coccodrillo per esempio è comparso dopo un viaggio che avevo fatto in Egitto, mi attraeva moltissimo quell’animali e ho cominciato a farlo entrare nelle sculture e nei disegni, ma non è mai un coccodrillo cattivo il mio, è quasi docile, quasi buono”. (Laura Montanari)